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Comfort Cake





Da piccola non amavo particolarmente I dolci.

La scelta della merenda aveva un raggio d'azione che comprendeva un discreto numero di opzioni salate e nulla più.

Ho perso il conto delle cose che cambiamo crescendo, tutte quelle pelli di serpente che ci lasciamo alle spalle e di cui ci dimentichiamo strada facendo. Ogni volta è come se il nastro si riavvolgesse e la storia di noi ripartisse da là, e naturalmente non c'è mancanza, non esiste più l'abitudine di poco prima.


Gli zuccheri sono il riavvio inspiegabile delle mie scelte alimentari, il punto zero da dove ho iniziato a costruire una comfort zone fatta di frolle, cannella e dolcificanti alternativi. Inutile spiegare (o spiegarmi) il ciclico senso di colpa come ingrediente base, che dà  ad ogni infornata una costante sfumatura di disonestà .

Lo ammetto, non c'è niente di coraggioso nelle mie lotte dure per il diritto al dessert, piuttosto l'ostinata abitudine a ricercare la salvezza nella dolcezza di un pasticcino.

Per fortuna l'intolleranza ai latticini ha rallentato un percorso di inevitabile perdizione nelle caffetterie più valide, e innescato l'attitudine a trovare nelle giornate uggiose una via di fuga politically correct, che vanta oramai numerosi esperimenti e clamorosi disastri da forno.


E poi però c'è lui, il plumcake AKA asso nella manica, venerato dalle colazioni a base di inzuppi, come dalle merende da spalmature. Dentro una tazza di latte, o sotto uno strato di marmellata e tahin, l'effetto è sempre quello di una pacca sulla spalla che ci consola un po'.

Ma soprattutto, si presta alla cucina del riciclo con una dedizione commovente, disponibile ad assumersi la responsabilità  di qualsiasi ingrediente di troppo in dispensa. Mix di farine spaiate, gocce di cioccolato scampate alle follie natalizie, frutta all'ultimo stadio di vita.. niente che questo dolce non possa eliminare senza tante cerimonie.

Questo in particolare che vi propongo, è il top di gamma della serie di Plum Cake socialmente utili, nientepopodimenoché... un buonissimo BANANA BREAD!


Schiacciate 4 banane piccole stramature, con 5 cucchiai di malto di riso, e 26 gr di burro di cocco ammorbidito a bagno maria. Mescolate con un pizzico di sale, la scorza di un limone, 5 cm di zenzero grattugiato, una bustina di lievito vanigliato e un cucchiaino di cannella in polvere. Aggiungete setacciando 280 gr di farina (io ho utilizzato tipo 2 e senatore cappelli), bagnate con 80 ml di latte di riso (se si utilizza un altro tipo di latte, aumentare ovviamente le quantità  di zucchero o dolcificante) e terminate con almeno 60 gr di anacardi o altra frutta secca sbriciolata, sia dentro l'impasto che sopra come decorazione.

Infornate a 180 gradi per almeno 40 minuti, aumentando a seconda della necessità  di cottura.


Ubriaca di dolce, anche oggi posso preoccuparmi domani, la comfort zone è stata ristabilita.

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