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IL SENSO DEL PRANZO PER IL COLORE.


Come spieghereste il senso del vostro pranzo?

La scelta di cosa avete messo nel vostro piatto oggi, e perchè lo avete scelto.

Nella facile e rischiosa noncuranza di cosa finisce nella mia padella durante la settimana, spesso considero il pasto come un dettaglio di cui ammortizzare sempre più le tempistiche. Il risultato è un ingollare meccanico che mi lascia sempre poco sazia e con un senso di colpa immenso.

Praticamente uno scialbo sesso occasionale che toglie il bisogno, ma ti lascia le voglie.

E allora che senso ha?

Il senso sta nell'equilibrio del mio desiderio e del mio piacere, quando guardo quello che sto cucinando e non vorrei altro. Non dico sempre, ma dico che in quel preciso momento, è tutto ciò che conta. E questo è anche quello che conosco dell'amore.

C'erano nuvole sparse stamani e un tempo che metteva il piombo addosso, perciò quello che oggi intendevo mangiare aveva il bisogno e il senso preciso del colore.

Doveva essere colore negli occhi e colore nel naso, e colore in bocca.

Risvegliare un pò della leggerezza che meritiamo tutti nei nostri giorni di pausa, e riaccendere una lucina nelle stanze buie delle brutte notizie.

I sapori sono prepotenti quanto un pensiero improvviso, e hanno la stessa forza naturale di salvarti o buttarti a mare.

Questa ricetta è per tutti i brutti pensieri, le brutte notizie, e i brutti momenti di questi ultimi giorni dei miei amici. E per quei salvagenti che mi ostino ad inventare, ma non so mai se saranno efficaci.

Quando le parole alla fine non avranno più molto da aggiungere, un giorno saprò cosa farvi mangiare per salvarvi almeno un pò.

Nella pentola con acqua a bollore un bel fusillo di grano Senatore Cappelli, che resta al dente e dà sapore a tutto. Nella padella invece un cucchiaio di olio EVO e un cucchiao di olio di cocco, con cui saltare mezzo cavolo cinese di medie dimensioni tagliato finemente, assieme a 100 gr di ceci cotti, un cucchaio di curcuma e 6 cm di ginger fresco grattugiato.

Scolata la pasta ancora un pò dura, la si fa finire di cuocere nella padella insieme al cavolo, aggiungendo acqua di cottura al bisogno, e si conclude con una spolverata di gomasio e un mix di pepi neri profumati.

Per cinque minuti mi sono fermata, e non era Marzo. E non era neanche il 4 Marzo.

C'era il sole e profumo d'estate, e si rideva un pò di più tutti, ma soprattutto si stava bene.

Questo era il senso del mio pranzo oggi.



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